LA PROTESTA PIÙ EFFICACE — I bianchi americani arrivati in Messico erano già disorientati da tutto quel nereggiare in pista (nella finale a otto dei 100 l’unico di pelle chiara era Ravelomanantsoa, del… Madagascar), inclusi alcuni grandi protagonisti nelle fila della squadra a stelle e strisce. Ma nessuno è mai riuscito a costruire una protesta non violenta che si imponesse, in realtà, come quella che Smith e Carlos allestirono nello Stadio Olimpico, dopo la gara in cui Tommie “Jet” trionfò sui 200 metri con un record del mondo che Mennea avrebbe migliorato soltanto 11 anni dopo, e uno stupefatto Carlos – favorito dopo la vittoria-record nelle selezioni olimpiche – si fece superare nelle battute finali dal bianco australiano Peter Norman per l’argento.
IL PERFIDO AVERY — Subodorando la protesta, l’81enne capo del Cio Avery Brundage (già noto per le sue simpatie filo-naziste) aveva scelto il giorno della premiazione, il 17 ottobre, per andare ad Acapulco ad assistere alle gare di vela. Spedì dunque il sesto marchese di Exeter, al secolo Lord David Cecil Burghley, oro nei 400 ostacoli a Los Angeles 1932 e vicepresidente del Cio, a consegnare le medaglie. Nessuno fece gran caso ai tre che si avviavano verso il podio, finché non vi salirono, e il mondo ammutolì.